Chiede la possibilità di dialogare con Amazon su diverse questioni la Ugl Terziario di Rovigo, che ieri ha svolto un presidio davanti al centro di distribuzione di Castelguglielmo e San Bellino del colosso del commercio elettronico per informare i lavoratori.

A presidiare con gazebo, bandiere e volantini c’erano Cristiano Bonelli e Fabio Basso, responsabili nazionali della Ugl Terziario Sindacato Servizi e Merci, Giulio Bozzato, segretario della Ugl di Rovigo, Franco Penello, segretario Ugl Terziario di Rovigo, Cristian Navarrete, delegato Ugl Terziario Servizi e Merci, e Germana La Mantia, segretario Regionale Ugl Terziario Veneto, oltre ad attivisti della Ugl Giovani.

IL GRAN RIFIUTO

I dirigenti sindacali hanno fatto il punto sulle questioni poste sul tavolo, che in parte discendono da problematiche a livello nazionale nei rapporti con l’azienda, anche se poi si verificano situazioni e problematiche diverse da impianto a impianto, spiega il responsabile nazionale Cristiano Bonelli. «Amazon si rifiuta di parlare con Ugl, nonostante sia la quarta organizzazione sindacale in Italia, in quanto non firmataria del contratto. Abbiamo già degli iscritti tra i lavoratori dell’azienda e vorremmo dar loro voce, potremmo fare diverse proposte, ma ci viene negata l’agibilità sindacale, non possiamo fare assemblee nella struttura nè incontrare la parte datoriale», dice.

Tra i temi che Ugl vorrebbe poter affrontare a un tavolo col colosso del commercio elettronico ci sono quello relativo alle carenze informative sul Rappresentante dei lavoratori per la Sicurezza (Rls) e la questione dei tempi “morti” necessari agli spostamenti nel centro di distribuzione tra la postazione di lavoro e l’uscita.

«Nel centro non è scritto da nessuna parte chi sia l’Rls, quindi nessuno ha potuto segnalare situazioni, magari marginali, relative alla sicurezza – spiega infatti Bonelli –. Quanto ai tempi di trasferimento all’interno, considerando la percorrenza e i controlli ai 3-4 check point in entrata e in uscita dal turno di lavoro, questi vanno a influire sulle tempistiche per il lavoratore. Finito l’orario di lavoro, a ogni dipendente servono circa 7 minuti per uscire. Amazon è notoriamente rigida nella richiesta di puntualità al secondo nei confronti di chi ci lavora, ci si chiede dunque perché questa rigidità non venga applicata anche al contrario. Calcolando un migliaio di lavoratori nel centro di Castelguglielmo, che comunque ha picchi di 1.500 addetti per le festività natalizie e il Prime Day, possiamo stimare 116 ore tolte ai lavoratori».

fonte: Il Gazzettino di Rovigo del 24/04/2024 – di Ilaria Bellucco